Vicariato: Marassi - Staglieno
Gruppo Vicariato: Valbisagno
Quartiere - Località: Staglieno
Edificata nel: 1959
Parrocchia dal: 1946
Consacrata il: 1959
Tel.: 010 8393676
Quando è stata costruita, la chiesa si trovava in un quartiere di nuova espansione della città, lungo il Torrente Bisagno, che con il tempo sarà saturato da un’edilizia intensiva. Il lotto destinato alla chiesa era stretto tra una scuola e una casa, a ridosso di un alto muro di contenimento di un terreno fortemente acclive, delimitato da due strade che consentivano un duplice accesso, a quote assai differenti a valle e a monte, con un dislivello di 16 metri.
Le condizioni del quartiere erano problematiche: si continuavano a costruire nuovi edifici per una popolazione in crescita senza dotarli di adeguati servizi e gli abitanti lamentavano la mancanza di spazi di socializzazione e svago.
Quaroni, seguendo “l’idea laica di chiesa come complemento e servizio alla città”, rinunciò a progettare un monumento di tipo tradizionale e concepì una chiesa in grado di completare e connettere i frammentari percorsi urbani favorendo la socializzazione. L’edificio è così attraversato su più livelli da percorsi di quartiere e offre spazi per la liturgia insieme a spazi per l’incontro. Purtroppo il progetto iniziale fu in parte modificato, in sede di realizzazione, per ricavare maggiori spazi per la sacrestia e, in seguito, per adattarne una parte ad alloggi per le suore e il parroco. Inoltre alcune finiture, previste nel progetto iniziale, non furono mai realizzate, modificando inevitabilmente ll'idea progettuale. La chiesa ebbe una grande fortuna critica.
La chiesa di Quaroni pone una serie di interrogativi da sempre cruciali per il restauro: di essa conosciamo pressoché tutto del processo, delle fasi e finanche dei retroscena della sua ideazione, progettazione e parziale costruzione. Potremmo dunque appoggiare ogni futura decisione sul suo destino a dati certi, documenti sicuri e autentici che dovrebbero consentire di operare senza condannare nulla del manufatto alla perdita. La "prova del tempo", con il naturale invecchiamento della materia, con l'inevitabile usura, ha decretato la precoce inefficienza, instabilità o inefficacia di quelle forme e di quelle strutture. Che fare allora? Tra le ipotesi che la giornata di studi ha discusso emerge la "tentazione al compimento", quale tentativo di riannodare i fili di una storia interrotta e dare alla chiesa la compiutezza che non ebbe all'atto della costruzione. Ma... Come applicare i tradizionali assunti teorici del restauro dell'antico agli edifici moderni o contemporanei, ormai vissuti come tracce di una storia che si allunga e che ci insegue, trascolorando nella cronaca? Anche di ciò parla questo Quaderno. (dal testo introduttivo di Stefano E Musso)